Durante il periodo natalizio e fino al 14 gennaio 2018, il Fashion District Corso Messapia e dintorni di Martina Franca ha lanciato l’iniziativa “Solidarietà in corso”, organizzando una lotteria di beneficenza il cui ricavato sarà consegnato al Centro Antiviolenza “Rompiamo il Silenzio” gestito dall’Associazione Sud Est Donne.

Un sostegno reale e concreto che sta a dimostrare come, attorno al Centro Antiviolenza, si stia creando una rete sempre più fitta di persone che segue e sostiene il lavoro a sostegno delle donne vittima di violenza. Ma come opera il Centro Antiviolenza “Rompiamo il Silenzio”? Quali i numeri di tutti questi anni di lavoro? Quali le storie di successo?
Il Centro Antiviolenza “Rompiamo il silenzio” è uno dei due centri autorizzati al funzionamento e iscritti nell’apposito registro regionale, operativi nella provincia di Taranto ed opera in raccordo funzionale sia con la casa rifugio presente nella stessa provincia che con le altre case rifugio attive sul territorio regionale. La sede operativa autorizzata del centro è nel Comune di Martina Franca mentre negli altri due Ambiti Territoriali vengono utilizzate due sedi messe a disposizione dai Comuni.
Dal 2015 ad oggi abbiamo avuto 210 accessi, con una percentuale di presa in carico del 75%.
Il 90 % delle donne ha dichiarato di subire violenza dal marito e/o convivente e/o ex convivente.
La tipologia di violenza che spinge le donne a rivolgersi al Centro è la violenza fisica ripetuta nel tempo lungo, a volte per decenni. La violenza psicologica è presente e trasversale ad ogni tipo di violenza. Il 56% dichiara di aver subito violenza fisica, il 26% quella psicologica, il 12% atti di stalking.

La violenza agita sulle donne è trasversale alle fasce di età, ai titoli di studio, alla condizione lavorativa anche se la percentuale più alta viene registrata tra donne che hanno età compresa tra i 30 e i 49 anni e titolo di studio di scuola media inferiore e superiore.
Una percentuale elevata di donne ha figli minori che spesso assistono agli atti di violenza.
Il 40% delle donne che si sono rivolte al CAV ha denunciato. Sono state accompagnate e seguite dalle nostre avvocate.
Il 44% delle donne ha occupazione precaria e il 30% risulta inoccupata. È un dato molto significativo perché evidenzia l’accresciuto livello di consapevolezza e di determinazione delle donne che decidono di rompere il muro del silenzio, nonostante la mancanza di un lavoro e la condizione di dipendenza economica.

Questa condizione richiede interventi sicuramente integrati che chiamano in causa le diverse istituzioni e i servizi. Le donne manifestano spesso “sfiducia” nei servizi preposti alla tutela, alla sicurezza e al sostegno, così come nei tempi della giustizia, e temono per il loro futuro e per quello dei propri figli. Le donne chiedono soprattutto di essere ascoltate e fanno richiesta di consulenza psicologica e legale.
Ogni donna ha le proprie risorse e le proprie aree di vulnerabilità pertanto ogni percorso di fuoriuscita è unico nei tempi e nelle modalità. Ogni progetto di semi-autonomia è una costellazione a sé stante: può prevedere una o più azioni, il coinvolgimento di una o più istituzioni in una composizione variabile, uno o più interventi di tipo economico, uno o più interventi di tipo abitativo. Il progetto di semi autonomia prima e di autonomia poi, è partorito dai suoi bisogni e si realizza in proporzione al grado di consapevolezza che la donna raggiunge nel suo percorso.

Avere la possibilità di riattivare i desideri in campo lavorativo e/o formativo è davvero un’occasione di autodeterminazione fondamentale per il percorso verso la libertà. Attraverso il lavoro o la formazione, le donne si riappropriano della fiducia in loro stesse, ponendo un ulteriore tassello nel lungo e complicato percorso di autoconsapevolezza. Perché una delle diverse conseguenze dei danni della violenza è privare le donne della capacità di sognare, di desiderare, di costruire una progettualità futura.

Con l’iniziativa “Solidarietà in corso”, assieme a tutti i commercianti del Fashion District Corso Messapia e Dintorni e alla comunità di Martina Franca, vogliamo provare a restituire questi sogni persi, assieme alla libertà di poterli realizzare. Il ricavato della lotteria di beneficenza sarà, infatti, devoluto per l’acquisto di beni di prima necessità per le case d’accoglienza in cui sono seguite le donne vittime di violenza e i loro bambini. Il nostro grazie ai commercianti che hanno messo a disposizione 60 premi: l’assegnazione dei premi avverrà il 14 gennaio 2018.

Partecipare è semplice: basta acquistare, in tutti i bar della zona inerente Corso Messapia e fino, appunto, al 14 gennaio, il biglietto della lotteria al costo di 2,50 euro.
Un piccolo gesto che può fare la differenza.