Cinzella

Una messa per ricordare i 176 medici e i 40 infermieri rimasti vittime del Covid 19. In loro memoria ed in loro onore il Comune di Grottaglie e l’Associazione Medici per San Ciro si sono ritrovanti insieme nella volontà di organizzare una Santa Messa che sarà celebrata giovedì 3 settembre alle ore 18.30 alle Cave di Fantiano (Grottaglie).

A presiedere la cerimonia, Monsignore Dario Edoardo Vigano, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
“L’iniziativa che abbiamo condiviso con l’associazione Medici per San Ciro- spiega il Sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò- intende riunire la nostra comunità e quanti vorranno partecipare in un momento di preghiera e di riflessione per rendere il doveroso omaggio alle vittime del COVID nell’ambito delle professioni sanitarie. Ora, più che mai, anche di fronte alla recente impennata di contagi, questa commemorazione si fa necessaria per richiamare a quel senso di responsabilità e a quell’impegno comune per la tutela della salute propria e altrui che devono guidare ogni nostra azione se non vogliamo fare passi indietro e disperdere troppo in fretta quel bagaglio di sofferenza che abbiamo vissuto nei mesi più difficili. Più di un indizio rivela una certa disinvoltura e un certo disimpegno nei comportamenti mentre crescono le semplificazioni della realtà, si esibisce il negazionismo e scalpita quella voglia di normalità che invece ha ancora bisogno di molte cautele. Non è ancora il momento di abbassare la guardia e l’attenzione deve rimanere alta. E da primo cittadino sento il dovere di ricordarlo finché il virus non ci darà tregua. Allo stesso tempo, intendo ricordare quella solidarietà che si è fatta strada tra le pieghe del lockdown e rinnovare la fiducia e la gratitudine nei confronti di coloro che si sono impegnati come volontari in prima linea. Con il loro supporto è stato possibile fronteggiare le criticità conseguenti all’epidemia, nella consapevolezza che forse da soli, come istituzioni, non ce l’avremmo mai potuta fare!”.

Il presidente dell’associazione Medici per San Ciro, Salvatore Lenti, interviene a riguardo: “Il primo nome sarà quello di Roberto Stella, medico responsabile dell’Area Formazione della FNOMCeO, e presidente dell’OMCeO di Varese. E’ rimasto vittima del Covid lo scorso 11 marzo. L’ultimo nome sarà quello di Javier Chunga, morto proprio pochi giorni fa dopo tre mesi di trascorsi intubato in terapia intensiva, nello stesso reparto dove lavorava. Nel mezzo un elenco drammatico, straziante e angosciante di nomi di medici ed infermieri che saranno ricordati nel corso della cerimonia commemorativa affinché ogni vita spezzata tra le fila dei camici bianchi non conosca l’oblio e riecheggi in ciascuno di noi con il suo dramma, il suo lamento morente in solitudine, il suo carico di storia, di identità stroncata e di affetti strappati. La loro memoria deve farsi storia e deve guidarci ad affrontare con prudenza e senso di responsabilità i colpi di coda di questa terribile pandemia. La nostra associazione che si ispira all’opera di un medico e martire cristiano ritrova in queste vittime lo stesso sacrificio fino al martirio di San Ciro. Né devono essere dimenticati gli uomini e le donne che a vario titolo con spirito di abnegazione e nel rispetto dei valori umani di solidarietà e di altruismo hanno agito in ogni momento della clinica, dell’assistenza e della cura dei pazienti contagiati, sfidando ed affrontando ogni giorno il terribile virus”.

Hanno accolto con favore l’iniziativa, patrocinandola e confermando la partecipazione, il presidente della FNOMCeO, dott. Filippo Anelli, che giungerà appositamente da Roma unitamente al segretario dott. Roberto Monaco, il presidente della OMCeO della provincia di Taranto dott. Cosimo Nume, il presidente dell’OPI Taranto, dott.ssa Benedetta Mattiacci anche in rappresentanza della FNOPI. “Nella celebrazione ricorderemo tutti i medici caduti nella lotta contro il virus – afferma il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Sono 176, così come più di 120 sono i sacerdoti che, in Italia, hanno perso la vita nel corso dell’epidemia, rimanendo, come i medici, accanto ai malati e ai morenti, una comunanza di destini, questa, che nasce da una contiguità di valori e di obiettivi. Sono convinto che alla Professione medica vada riconosciuta una peculiarità: il fatto che il medico non è soltanto definito dalle sue competenze, dalle sue abilità, ma dai suoi valori. Il medico trasforma così la sua conoscenza – che è un patrimonio immenso, ma anche un grande potere – in qualcosa di diverso perché la orienta al bene. Lo aveva già intuito Ippocrate nel 400 avanti Cristo, quando aveva condizionato questo potere che deriva dalla conoscenza al bene. Il medico è dunque colui che non solo ha le competenze, ma che consacra tutta la propria vita al bene. Siamo orgogliosi di Roberto Stella, di tutti i 176 medici e odontoiatri che hanno perso la vita nel corso dell’epidemia, per tener fede ai valori del Codice Deontologico, alle promesse del Giuramento. Di tutti i medici che si sono adoperati senza sosta, per portare cure e conforto, per essere, ad ogni costo, prossimi al paziente. Ed è stata proprio questa vicinanza, questa familiarità, questa intimità e cordialità di rapporti con le persone, insieme a condizioni spesso poco sicure, a provocare la morte dei sanitari. Una strage silenziosa, che non va dimenticata e che invece deve essere di monito perché non abbia mai più a ripetersi. I medici sono i garanti del diritto alla Salute. Dobbiamo sempre ricordare che tale diritto è intrinsecamente legato a quello della sicurezza degli operatori”.