Il libro di Paolo Vincenti, “Italieni” (Besa 2017), sarà presentato martedi 12 dicembre 2017 a San Pietro in Lama, presso la Vineria Winè alle ore 19.00.

Si tratta di una raccolta di articoli apparsi, a firma dell’autore, su varie testate on line e qui raccolti in volume. Il libro si caratterizza come una analisi semiseria, lucida e pungente, sull’Italia di oggi e sulle sue storture. Sapide riflessioni si alternano a battute al fulmicotone, in una scrittura vivida, versatile, molto contemporanea. Ce ne è per tutti i gusti e l’autore, nelle sue bordate, non risparmia nessuno dei personaggi e degli avvenimenti che hanno occupato la scena pubblica negli ultimi anni. Un libro da leggere e meditare.

Introduce Piero Rodio; dialogano con l’autore Salvatore Luperto e Carla Lezzi. L’autore leggerà alcuni brani del libro.

Sorriso amaro tra parole e vignette
Paolo Vincenti ha trovato la sua strada, dopo L’osceno del villaggio arriva Italieni. Una nuova raccolta di pagine di satira in parole e immagini, questa volta con le vignette acute di Paolo Piccione. Introdotti dalla citazione di un brano musicale ben abbinato, i pensieri di Vincenti raccontano un’Italia vergognosa che suscita quel sorriso amaro tra rassegnazione e rabbia. Si susseguono Gino Paoli, Ivano Fossati, Jo Squillo, con la stessa naturalezza con cui si passa da un pensiero sull’8 marzo a uno sul “giacobinismo di Grillo” che, con un non troppo celato sarcasmo, Vincenti descrive puntualmente. Ponendosi una domanda dalla risposta ingannevole scrive: “(…) Grillo aspirante Stalin o Hitler dunque? Beh, questo accostamento risulta francamente eccessivo. A Beppe mancano un po’ di letture e alcune di quelle psicosi che tormentavano la mente del Fuhrer. Soprattutto gli manca quel complesso di inferiorità (…) che negli psicopatici criminali si associa a quell’ebbrezza di onnipotenza (….)”. Parole forti ma bibartisan perché c’è un pensiero per tutti, non manca il “Renzaccio monello” con le sue “variabili di percorso” e persino un pensiero per i vegani considerati, in fondo, anche un po’ tristi. Insomma, in tutte queste pagine che seguono la pubbicazione del 2016, tutti hanno un motivo per offendersi e tutti ne hanno uno per sorridere, o forse per pensare. Perché in fondo, si sa, la satira è pungente, fa piangere e ridere ma è pur sempre un quadro di una realtà che così viene letta e vissuta. D’altra parte Vincenti non risparmia nessuno, nemmeno alcuni colleghi scrittori che talvolta riempiono le loro pagine di inutile narcisismo con una “tendenza baroccheggiante all’accumulo di parole per il semplice gusto di riempire la pagina.”
(Laura Mangialardo, in “Qui Salento”, ottobre 2017)