Dopo il “Mare nostrum”, «I Ponti». L’argomento è stato selezionato come tema della seconda edizione del Premio nazionale «Massimo Troisi – Città di Taranto».

La manifestazione, organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale «Massimo Troisi», è patrocinata dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto.

Manca poco più di un mese alla scadenza del bando di concorso, che comprende opere di narrativa, poesia, grafica e fotografie: il termine ultimo per la spedizione degli elaborati è fissato per martedì 24 maggio alle 23.59.

La partecipazione al concorso è del tutto gratuita: possono iscriversi scrittori, disegnatori e grafici non professionisti. I concorrenti potranno inviare, in alternativa, un racconto inedito adatto al grande pubblico o comico/brillante in lingua italiana della lunghezza massima di 6000 battute; una poesia inedita in lingua italiana o in vernacolo (con accanto la traduzione in italiano); un’opera grafica incentrata sul tema individuato, costituita da una vignetta umoristica, una fotografia o un disegno.

Gli iscritti saranno divisi in tre sezioni: Adulti (per i maggiori di 18 anni), Ristretti (autori detenuti o soggetti a restrizione della libertà), Giovani (da 13 a 17 anni). Tutti i lavori devono essere inviati alla casella mail info@troisitaranto.it; le informazioni sul premio sono pubblicate sul sito Internet ufficiale www.troisitaranto.it.

La presidente dell’Associazione Troisi, Maria Teresa Liuzzi, spiega ispirazione e obiettivi dell’edizione 2018: «Lo scorso anno  abbiamo indirizzato i nostri riflettori Taranto e il mare sotto ogni aspetto: dall’accoglienza dei migranti allo sviluppo turistico. La grande novità è stata rappresentata dalla fusione in un unico concorso di persone libere e detenuti. Abbiamo creato un “ponte”: è il concetto da cui siamo partiti per organizzare la seconda edizione. Taranto è, per tradizione, la città dei ponti: sono loro a creare le opportunità di scambio e conoscenza. La comunicazione abbatte i muri dietro i quali, sovente, ci barrichiamo».

Maria Teresa Liuzzi, scrittrice, attrice e docente, insegna da tempo teatro nelle case circondariali italiane. «Il concorso – ribadisce – ci permette di creare un filo comunicativo tra il mondo del “dentro” e chi sta fuori. La società deve essere preparata a riaccogliere chi tornerà libero al termine della pena».